4.12.12

la pioggia

Si era chiesto fino ad allora a cosa servissero i mercoledì pomeriggio. Stavano lì, nel mezzo della settimana e non riusciva a viverli in alcun modo. Era sempre al lavoro, sotto un cielo di lamiera a smuovere sacchi pesanti. Un lavoro fisico, che gli induriva i muscoli ogni giorno di più e lo faceva dormire pesantemente la notte. Doveva molto a quel lavoro. Era arrivato in quella città meno di un anno prima, non conoscendo nemmeno una parola di italiano. Eppure aveva voglia di lavorare, e ne aveva bisogno.
Aveva iniziato con quello che capitava. Non voleva lavori illegali, ma nei primi tempi si era adattato a vendere le rose la notte, gli accendini e i calzetti il giorno. Aveva messo da parte qualche spiccio, trovato una camera con qualche altro straniero e si era impegnato a imparare la lingua. Comperato un vestito nuovo, si era presentato nelle fabbriche. Dopo qualche tentativo, aveva trovato il suo posto. Era un buon lavoratore e nonostante il colore della pelle, aveva fatto amicizia con gli altri operai. I proprietari della fabbrica si fidavano, lo pagavano regolarmente e quei soldi erano preziosi. Aveva cambiato appartamento, sempre rimanendo in periferia, ma i suoi nuovi coinquilini erano meno numerosi e più puliti.

Ogni giorno di lavoro era un passo in avanti verso il suo sogno.

Quel mercoledì era una giornata particolarmente calda. Niente in confronto al caldo del suo paese. Ma c'era una strana elettricità nell'aria.
In casa non c'era nessuno. Il frigo era quasi vuoto e da bere c'era solo acqua di rubinetto. Se ne versò un bicchiere. Aveva sete e si era appena alzato. La maglietta che indossava come pigiama era zuppa di sudore. Si sedette sul tavolino della cucina a guardare due vecchie foto. La prima raffigurava una donna abbondante, anziana che in un vestito nero debordava dignità e allegria. Gli occhi erano scuri e fieri, pieni d'orgoglio. Nella seconda foto c'era una donna più giovane e snella, con un bel vestito colorato a strisce orizzontali che ne fasciava i fianchi. I capelli neri e crespi erano raccolti con una fascia di cotone e il sorriso le faceva brillare gli occhi.
Erano le donne della sua vita. Sua madre e sua moglie. Erano le ultime due persone che gli erano rimaste, dopo che il padre ed i fratelli più grandi erano o morti o scomparsi, inghiottiti dal mondo. Viveva per loro, per la donna che gli aveva donato la vita e quella che gli aveva donato l'amore. Un anno prima, quando era partito, lo aveva fatto per restituire qualcosa per i doni che aveva ricevuto.
Stava mettendo da parte i soldi per farsi raggiungere, non ne mancavano molti.
Era tanto che non vedeva i loro visi.Telefonava, scriveva lettere e si informava su come andavano le cose dalle sue parti. La madre e la moglie vivevano insieme, in una piccola casa in una piccola città. In poco tempo sarebbero arrivate da lui, per stare insieme in un piccolo appartamento di una piccola città.
Sollevò la testa dalle foto, sentiva il cuore gonfio. Allargò le narici e odorò l'aria. Sembrava stesse per piovere. L'odore di umidità era forte, si sentivano dei tuoni in lontananza, il cielo era diventato color piombo. Si avvicinò alla finestra per vedere le prime gocce cadere sul selciato. Dalle sue parti quella pioggia era una benedizione dal cielo. Le terre arse le aspettavano per mesi, chiedendo un po' di vita, poi per qualche settimana non faceva altro che piovere a dirotto.
Anche lì dove viveva ora, quell'acqua era molto attesa. Iniziò all'improvviso. Gocce grandi e abbondanti che in pochi minuti formarono una parete attraverso la quale era impossibile vedere.
L'acqua puliva tutto. Le strade polverose, le aiuole, le macchine arrugginite, i marciapiedi pieni di cartacce e foglie. Guardava quella scena così viva e così strana che gli procurava gioia. L'acqua iniziava a riempire le strade, i marciapiedi erano dei piccoli fiumiciattoli ed in un minuto i tombini erano intasati, formando delle grandi e larghe pozze in cui le macchine navigavano lentamente alzando ondate di fango. Dalla sua casa partiva una lunga scalinata in discesa. Ad ogni ripido gradino l'acqua aumentava di portata, potenza e velocità. Alla fine una gigantesca cascata riversava il suo contenuto sulla strada.
Si tolse la maglia, si passò una mano sul viso, lentamente. Si avvicinò alla porta e l'aprì. Guardò per qualche istante fuori, respirando quella nuova aria umida e più fresca. In lontananza alcuni anziani armati di pale cercavano di liberare i tombini e far defluire l'acqua. Fece un passo verso la scalinata ed iniziò a sentire le grandi gocce infrangersi sul suo corpo e rinfrescarlo. Guardò il cielo e si sentì un po' di più vicino a casa. Le sue donne gli mancavano.
Decise di uscire e godersi quel momento.

#ruadellestelle

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