Alex è una donna strana. E' sempre la prima ad arrivare in spiaggia. Mentre i bagnini aprono il bar e spazzano il pavimento, lei si incamminava verso l’ombrellone che le prepara il ragazzo. La veste sgargiante le svolazza attorno mentre va a sdraiarsi sul lettino. Gli occhiali grandi e scuri brillano alla luce del sole. Le rughe attorno alla bocca simulano una mezza smorfia che può essere un sorriso oppure un ghigno. Le unghie laccate di rosso sfiorano la borsa. Qualche istante dopo Alex è sdraiata e dorme. Ogni tanto, durante la giornata, riemerge dal suo sonno, chiama un bagnino e si fa portare da bere. Acqua e succhi prima, vino e cocktail dopo pranzo.
Alex non è come quelle famiglie che arrivano dopo di lei. Il marito sulla sedia a leggere il giornale, la moglie a ciarlare con le compagne di ombrellone di quel vip in vacanza ad Ibiza e loro no, sole con un marito insopportabile su quella pidocchiosa spiaggia senza nessun calciatore cui ronzare attorno. E intanto i figli piccoli sul bagnasciuga a fare castelli e tuffi. Alex è differente anche da quei ragazzi che arrivano dopo le undici, con gli occhi ancora rossi da una nottata insonne, tutti alla ricerca di una storia d’amore o almeno una notte in compagnia per non svegliarsi soli in un letto troppo grande. Quei ragazzi che raccontano le loro avventure cercando approvazione negli occhi degli altri, sperando in una battuta, un momento di gloria che inseguono da anni. O quelle ragazze con il trucco, i pantaloncini attillati e la fissa per il fisico perfetto da mostrare in spiaggia, e nessun libro nella borsetta. Alex sembra avere sulle sue spalle un peso più grande di lei, il peso di un’esperienza troppo forte per la sua età. Non ha bisogno di libri, Alex. Ha la sua storia scritta sulla pelle.
Tutti lo sanno. Il mare un’ora prima del tramonto è il migliore. Eppure è proprio quello il momento in cui le spiagge si svuotano. Le madri tornano a casa per preparare la cena, i padri fanno la doccia ai figli e cercano una partita in tv. I ragazzi mostrano per un’ultimo istante i pettorali e tirano dentro la pancia, poi come galli cedroni rientrano per profumarsi e mettere il gel sulla cresta. Le ragazze cinguettano e volano via. Rimane solo qualche vecchio cotto dal sole. Si alza una brezza leggera. È questo il momento in cui Alex sente quella goccia lungo la schiena.
Ogni giorno alla stessa identica ora.
È stata lei a dirmelo, una volta che si è avvicinata al bancone. Aveva voglia di parlare. Con la sua voce leggera me lo ha sussurrato. Si è tolta i grandi occhiali da sole e lo ha detto. Della goccia. L’ha definita ‘il ricordo’. Lo so, è una cosa insolita che una donna ti parli di una goccia di sudore. Ma lei lo ha fatto come se fosse una verità indiscutibile, come se fosse una cosa normale. E io le ho creduto. Avrei creduto qualsiasi cosa dopo aver guardato nei suoi occhi. Non saprei nemmeno dire di che colore siano. So solamente che mi è mancato il respiro e l’ho vista andar via.
Alex sparisce ogni sera. Qualche istante prima che il sole cali all’orizzonte. Nessuno sa dove abiti, da dove venga, cosa le piaccia. Nessuno l’ha mai vista in costume o senza occhiali. Indossa sempre la stessa veste ampia, arriva sempre poco dopo l’alba e va via prima del tramonto. Tanti mi hanno chiesto se so qualcosa di lei, rapiti dalla sua bellezza e dal suo mistero. In molti hanno provato a parlarle, a seguirla, a conoscerla meglio, ma nessuno c’è riuscito. Potrei fare un elenco di chi le si è avvicinato. Un centinaio fra laureati, artisti locali, impiegati, ricchi di famiglia, giovani perdigiorno, uomini aitanti e muscolosi, pallidi intellettuali, filosofi da strapazzo e ragazzi di borgata, cervelloni e sportivi. Credo non abbia risposto a nessuno. Mai. Lei ha solamente il suo ‘ricordo’.
Forse Duilio, il ragazzo che le prepara l’ombrellone e le porta da bere, ne sa qualcosa in più. Ma è muto come un pesce e non ne parla con nessuno. Quanto a me, ho visto una volta i suoi occhi, e mi basta.
Ruadellestelle
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[...] volete saperlo, qui trovate la prima puntata, le altre seguiranno una via l’altra per un po’ di tempo…. e fatemi sapere cosa [...]
RispondiEliminaRaf
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C’e stato un punto del racconto in cui mi sembrava di leggere Salinger o Barricco (li trovo simili)
Adoro la frase “ha la sua stroria scritta sulla pelle.”
Aspetto gli altri racconti :)
complimenti!