11.9.12

La Postina_

Buon Martedì Pomeriggio, Amici!

Come accennavo un paio di post più sotto, sono in ostinata e ansiosa attesa di qualcosa che sembra non voler arrivare. Ho consegnato un documento che aspetta in risposta un altro documento, che ovviamente è essenziale per la compilazione di un altro documento. Ora non so se scaricare la colpa alla burocrazia o sulla distanza, eppure la strada da casa mia a Firenze mi sembra facilmente percorribile in meno di tre settimane!

A parte questi piccoli dettagli, quello che voglio raccontarvi oggi è il fantastico legame che io e la mia Postina abbiamo instaurato in questi ultimi tempi. Il caso ha voluto che nelle ultime tre settimane (il suddetto tempo di attesa) fossi sempre presente a casa, in un orario compreso tra le 10.30 e le 12.30, lo stesso orario di consegna della posta 

"dalle 10.30 alle 12.30 tutti i giorni, sabati e festivi inclusi"


e insomma ogni giorno, con ditino tutt'altro che leggero sul citofono, la postina sganassava il campanello con una suonata lunga almeno due secondi, che le orecchie rotolavano a terra e il cane della vicina sfiatava per l'attacco di panico. Alla lunga potrei dire che c'avesse preso gusto, di tutti i 18 interni della mia scala il mio è l'unico citofono che l'attraesse sinceramente, spesso oltre a "c'è postaaaa..." con vocetta stridula di inculcava nell'orecchio la rischiesta di scendere "c'è da firmaaree!!" con tono discendente e prolungato sulla e finale. Raccomandata o no, io scendevo sempre, era chiaro che stessi aspettando qualcosa con estrema ansia.

Un giorno mi sono avventurata in un "c'è altro?", prima occhiataccia per la domanda fondamentalmente idiota con risposta implicita del tipo "se la tua cassetta è vuota tu che dici? Pigliati 'sta raccomandata e schizza in ascensore" poi uno sguardo alla mia firma, una spulciatina alle altre buste e la vera risposta "aspetti qualcosa?" e lì occhiata da parte mia con sottotitolo "no, lo chiedevo perchè avevo voglia di vedere se sei una postina attenta, magari c'è dell'altro, tu l'hai nascosto e giochiamo alla caccia al tesoro". Poi la risposta cortese "veramente sì..." Si appoggia al muro e mi fa "che cos'è?". Avrei voluto risponderle "una lettera", ma ho avuto rimorso solo perchè era ora di pranzo e lei lavorava ancora. "Un documento dell'Università". Occhio scintillante il suo, sorriso sicuro e petto in fuori. "Ne ho consegnate tantissime in questa settimana, la tua ancora non c'è, ma ne ho consegnate molte" Io incredula, occhio a cuore, mezzo palmo tra me e il pavimento "Da Firenze?!" Come se qualcuno avesse spento la luce. "Ah no, da Camerino, da Firenze non è arivato niente."  Un guizzo, neanche mezzo saluto ed è svanita nel corridoio dei fondaci, che da accesso alla scala accanto.

Io sono rimasta interdetta almeno per tre giorni, sguardo incredulo, bocca da ebete, narici dilatate.

Quello è stato l'episodio che a mio avviso ha scaturito nella mia Postina un senso di onnipotenza, un potere scaturito dalla sua sacca magica contenente la posta del quartiere. Da lì ha cambiato atteggiamento, ha sviluppato una sorta di sadismo contro i contribuenti in attesa di notizie.

Ormai ha preso a citofonare con costanza, tutti i giorni, mi chiama "Cara" "Stella" "Tesoro" e puntualmente mi dice "Scendi?!" io scendo sempre in preda alla furia, sai che è il giorno della lettera, perchè se lo sa e ti ha citofonato pensi che sia arrivata, tanto la guarda sempre prima la posta lei, sa a chi è indirizzata e da dove viene. Caspita è la volta buona. Ruzzolo letteralmente giù dalle scale e mi preso con la manina tesa e il fiatone "E' arrivata?" Tento di dire.

"No." La guardi con occhio vitreo "E' che in questa lettera per tuo padre hanno sbagliato il numero civico, pensi che sia comunque per lui?"

...

Ho avuto la suddetta reazione per i primi due o tre giorni della scorsa settimana, poi ho realizzato che la Postina è sadica più di quei serial killer improbabili di una serie a caso di C.S.I., rimani di stucco, è normale.
E come reazione incontrollata ho preso a trovare una serie di mirabolanti scuse per evitarmi le scale e l'incontro con la Sadica Postina, mi mancano ancora la gamba di legno e il morbillo, poi penso di averle usate tutte.
Come oggi, quando la postina ha suonato e ha detto "Posta! E' meglio se scende Sara" (Ah sì, mi chiama per nome...) "C'è da firmare?" "No." "Lasci lì, grazie, sto effettuando un esperimento sulla capacità di un toast alla senape di attaccarsi al soffitto." Non ha detto più nulla, spero l'abbia preso anche lei come un gioco.
Per carità, non sono una cattiva persona, cerco solo di preservare il suo sadismo per qualche altro contribuente in frenetica attesa, non vorrei approfittarmene troppo!

Tra l'altro, come la storia di "A Lupo A Lupo" insegna, oggi c'era della posta per me.
Ovviamente non era  quella posta, ma quel famoso pacchetto con dentro i Washi Tape che avevo acquistato un paio di settimane fa.
Ho già iniziato a testarli, insieme alle nuove collane fatte di t-shirt di cui ho messo il tutorial, purtroppo non ci sono insta-foto, visto che il mio iphone è temporaneamente ko, ma in compenso ho riesumato il Signor Nikon, che è pronto a tornare alla carica.



Ma voi? Mai stati vittime dei Sadici Postini???

.S



3 commenti:

  1. Sono dei nastri adesivi di carta! Meravigliosi per tutti i tipi di decorazioni che ti vengono in mente!! Io li adoro, credo di soffrire di dipendenza da Washi Tape!!

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