Poteva avere tutti i trofei del mondo, tutti i riconoscimenti erano alla sua portata. Poteva fare della propria vita quello che voleva. Non era stretta da alcun legame. Avrebbe scelto cosa fare domani, dopodomani o in un lontano futuro.
Poteva uscire a festeggiare con gli amici, ridere a crepapelle circondata da persone simpatiche, fare un viaggio intorno al mondo, decidere di collezionare monete o conchiglie, fare la ricercatrice o la giornalista, lavorare in fabbrica oppure in campagna, aprire uno studio, fare l’avvocato o l’architetto, vivere ancora con i suoi genitori o trasferirsi in un luogo lontano e ricominciare tutto da zero. Imparare un’altra lingua o altre cento, scrivere libri o dipingere quadri, prendere appunti o tenere tutto a mente, farsi guidare dalla razionalità o dalla passione, fare sport di ogni tipo o essere sedentaria.
Lo sapeva che toccava a lei decidere. Quella era la sua vita. Aveva mille possibilità. Tutte ugualmente entusiasmanti.
Quella sera era lì, seduta comodamente in riva al mare, con i piedi nella sabbia ancora fredda, i pantaloni lunghi, una maglietta e una giacca che la coprissero dal freddo.
Era esattamente nel posto dove voleva essere, nel momento giusto. Guardava la luna pallida e chiara che illuminava le onde che si muovevano senza sosta. Il rumore la cullava eternamente come quando era piccola.
Sentiva dentro di sé la calma che aveva tenuto lontano per molto tempo. Era vero, davanti a lei c’era tutto. Alle sue spalle il passato. Ma ora era nel presente.
La luna, la sabbia fredda, il mare in continuo movimento. E la calma nel cuore.
Era tutto perfetto.
Ci mise un secolo prima di lasciare quel posto. Ma aveva un bel sorriso quando si alzò.
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